Vincitrice del bando C.A.P. 10152, le espone presso lo stand della Compagnia di San Paolo ad Artissima 2014
Arianna Arcara è la giovane fotografa che, con l’associazione culturale NOPX, ha vinto il bando di residenza C.A.P. 10152 della Compagnia di San Paolo sul tema della casa e dell’abitare. Con il suo progetto Carte de visite ha vissuto e lavorato nella residenza temporanea Luoghi Comuni di Porta Palazzo, dove ha fotografato gli abitanti di uno dei quartieri più colorati di Torino. Qui, chi lo desiderava, ha potuto farsi scattare gratuitamente foto ricordo, fototessere, ritratti, foto di famiglia. Arianna ha aperto la sua casa/laboratorio al pubblico per renderlo uno spazio dove raccontare storie e tessere relazioni. L’esito del suo lavoro creativo a partire dalle foto realizzate alle persone sarà esposto ad Artissima presso lo stand della Compagnia di San Paolo, con la curatela di Roberta Pagani. C.A.P. 10152 è un progetto che la Compagnia di San Paolo ha realizzato nell’ambito degli stanziamenti destinati all’arte contemporanea, che la vedono principale sostenitore degli eventi di questi giorni, Artissima, Paratissima, The Others, Flash Back e Luci d’Artista.
Abbiamo chiesto all’artista di raccontarci la sua esperienza.
Come è andata, Arianna?
Bene, siamo partiti in sordina e ho dovuto spiegare chi ero e in che cosa consisteva il progetto. All’inizio non è stato facile guadagnare la fiducia delle persone. Tanti non volevano firmare la liberatoria, il che rendeva le foto inutilizzabili ai fini artistici, o almeno utilizzabili in un modo che andava interpretato creativamente… Altri hanno invece capito di entrare a fare parte di un progetto più ampio, sociale ed artistico, che non si limitava al mero servizio fotografico gratuito ma che andava oltre e riguardava tutto il quartiere. Ci è voluto del tempo prima di riuscire a far partire a pieno il progetto. Una volta partito sono però arrivate le soddisfazioni, vederli fermarsi a chiacchierare, ritornare a trovarmi o anche solo osservarli mentre felici ritiravano le loro foto è stata per me una felicità. In quei momenti pensavo che il progetto stava davvero funzionando come lo avevo immaginato.
Come sei entrata in contatto con le persone?
Parlando con loro, andando al mercato, non perdendo occasione di mostrare la mia disponibilità e il mio entusiasmo. Abbiamo tradotto il volantino in cinese e in arabo, ho fatto “uscire” dall’alloggio il set fotografico portandolo al Balon e a Porta Palazzo. Ho poi tenuto un piccolo corso di fotografia per i ragazzi della zona. Tutto ciò ha anche attivato il passaparola. In questo progetto il rapporto umano ha avuto una parte importante, spesso le persone fotografate si fermavano a chiacchierare con me dopo aver fatto le foto o quando venivano a ritirarle, prendevamo un caffè, si stabiliva una relazione.
La tua casa/laboratorio era nell’edificio Luoghi Comuni di via Priocca, un progetto di social housing della Compagnia di San Paolo. Come è stato vivere in questo posto, che cosa ti ha dato e come l’hanno vissuto i tuoi ospiti?
Luoghi Comuni è un edificio che già nel nome porta lo spirito che lo anima. Ospita persone in città per motivi di studio, di lavoro, di famiglia, di salute o in temporanea difficoltà con la casa e punta sulla coabitazione solidale e sulla coesione sociale. Per esempio alcuni servizi sono in comune, si respira uno spirito più aperto rispetto ai condomini tradizionali, dove nel migliore dei casi ci si saluta con un “buongiorno” sfuggente. Qui ho trovato molta disponibilità, sia da parte dei gestori, sia da parte dei miei vicini, con cui ho stabilito rapporti di amicizia che spero dureranno nel tempo. Sono stati loro i miei primi soggetti e il tramite per penetrare le maglie di questo quartiere dai tratti difficili, ma affascinanti. Fin dai primi passi di questo progetto, volevo dare all’appartamento un ruolo attivo, non di semplice sfondo alle foto per sviluppare il significato di “casa”. Questo edificio, con un carattere così particolare, è risultato in perfetta sintonia.
Ci anticipi qualcosa circa le opere che esporrai ad Artissima?
Sarà la selezione di una trentina di fotografie esposte presso lo stand della Compagnia di San Paolo. Racconta la storia delle persone del quartiere che hanno voluto entrare nel progetto, anche di coloro che, non avendo concesso la liberatoria per la privacy, non hanno voluto rendersi riconoscibili. Con le foto di questi ultimi ho applicato un criterio di interpretazione artistica che mi ha permesso di presentarle lo stesso: era importante per me che fossero ugualmente rappresentate nel rispetto della loro riservatezza. La selezione – ho scattato 3000 foto, ne ho consegnate 600-700 agli interessati, ne esporrò solo una trentina – rispetterà le appartenenze etniche di chi ha partecipato al progetto, circa 200 persone in prevalenza di origini maghrebine, centro-africane e cinesi.
Abbiamo infine chiesto al presidente della Compagnia di San Paolo Luca Remmert un commento a questo progetto che unisce arte e sociale.
La casa è lo spazio che racchiude la memoria e l’immaginazione, il tempo passato, le aspettative del futuro. Oltre a essere riparo fisico dalle avversità, è il luogo dove gli individui, le famiglie, le comunità costruiscono le loro vite. I soggetti di Carte de visite, di questo “album di famiglia”, sono gli abitanti della residenza temporanea e di Porta Palazzo, un quartiere dove la Compagnia interviene con molto impegno e con molta attenzione; proprio qui qualche giorno fa abbiamo inaugurato, per i bambini più piccoli, lo Spazio ZeroSei. Migliorare la qualità di vita di chi abita in città è un obiettivo costante della Compagnia e spesso vi ricorriamo con l’interdisciplinarietà, come in questo caso intrecciando arte e sociale.
Elisa Ferrio
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