La Fondazione Baruchello, a Roma, dà il via al suo progetto 3 × 3 × 3, una serie di tre mostre che, da febbraio a luglio, presenteranno tre artisti in dialogo con altrettante opere di Gianfranco Baruchello. La prima protagonista di questa affascinante serie è Fiamma Montezemolo, la cui mostra “Tra” – che si inaugura il 2 febbraio fino al 23 aprile 2024 – si propone di esplorare il concetto di “spazio intermedio” e le dinamiche legate all’identità e al cambiamento.
Il progetto si inserisce in un contesto di ricerca più ampio sulla condizione contemporanea, affrontando tematiche cruciali quali le relazioni tra identità e confini, il linguaggio e la comunicazione, e le questioni legate alla natura e all’ambiente.
La mostra “Tra” prende spunto dal lemma omonimo presente nella Psicoenciclopedia possibile di Gianfranco Baruchello. Montezemolo, operante tra arte e antropologia, utilizza questo “spazio intermedio” come terreno fertile per indagare l’immaginario collettivo e le articolazioni geopolitiche, avvalendosi di un approccio intermediale unico.
Uno dei pezzi centrali della mostra è la lightbox “A Map is Not a Territory”, che, con la sua estetica simile a una radiografia medica, invita a vedere dentro le cose. Quest’opera provoca una riflessione sulla permeabilità tra “primi mondi” e “terzi mondi”, sull’ibridazione culturale e sul lascito del colonialismo. La sovrapposizione dei quattro continenti genera una sorta di compenetrazione visiva, sottolineando la connessione tra diverse realtà geografiche.
Altrettanto significativa è l’installazione video “Unlived”, ispirata al lavoro dello psicoanalista Adam Phillips. Montezemolo esplora la dualità delle vite che conduciamo attivamente e di quelle che avremmo voluto o potremmo ancora vivere, attraverso interviste a professionisti che condividono esperienze lavorative e riflettono sulle possibilità di un destino diverso.
La videoinstallazione “Sacco e Vanzetti” offre uno sguardo sulla vicenda degli anarchici italiani Fernando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. Attraverso frammenti di trascrizioni processuali, lettere e ricordi proiettati in una spirale infinita a terra, l’opera rievoca la complessità di un periodo storico critico.
L’installazione conclusiva, “Camminare, Parlare, Pescare, Giocare, Guardare”, è un omaggio alla creatività colta attraverso l’esperienza biografica di Montezemolo, che sfida anche le sfide neurologiche come il Parkinson.
La Fondazione Baruchello non si limita a offrire una vetrina artistica ma presenta un Public Program di conferenze e incontri, consentendo al pubblico di approfondire gli aspetti della ricerca di Fiamma Montezemolo. Questo progetto artistico si rivela così un’opportunità unica per esplorare le urgenze della nostra contemporaneità e per intraprendere un dialogo approfondito su temi cruciali quali identità, confini e cambiamento.
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