Nato a Valdagno (VI), classe 1957, Giandomenico Genta è dottore Tributarista con una laurea in Economia e Gestione delle Imprese. Alle spalle un curriculum di tutto successo che lo ha portato a ricoprire ruoli prestigiosi in ambito manageriale. Tra questi quello attuale, al suo secondo mandato, di Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo (CRC), una delle prime dieci Fondazioni di origine bancaria in Italia, che persegue scopi di utilità sociale e di promozione della cultura, del territorio e dello sviluppo economico. Lo incontriamo a Palazzo Vitale, sede della Fondazione, in via Roma 17 a Cuneo, per farci raccontare la sua esperienza lavorativa in qualità di Presidente. Ci accoglie nel suo elegante studio e la nostra attenzione viene subito richiamata da alcune opere d’arte contemporanea presenti nella stanza e che appartengono alla collezione della stessa Fondazione che annovera tra gli altri pezzi di Maimouna Guerresi, Francesco Messina, Marco Lattes, Pinot Gallizio, Ego Bianchi, Cesare Maggi, Alessandro Lupo e Sergio Unia. Al cospetto di tanta bellezza ha così inizio la nostra chiacchierata.
Questa pandemia come ha cambiato o modificato il modo di fare cultura per la Fondazione CRC?
Abbiamo provato a muovere le corde, aldilà della presenza fisica, di chi ha piacere di vivere esperienze sia dal punto di vista culturale, e mi riferisco ai musei, sia dal punto di vista dello scambio di opinioni che accresce comunque la nostra conoscenza. La Fondazione si occupa di trasmettere stimoli che possano in qualche modo arricchire la qualità della vita del pubblico. Abbiamo così organizzato tutta una serie di azioni mirate su temi che hanno avuto un grande successo. Penso alla serie di conversazioni in webinar che hanno affrontato tematiche che spaziano dal ruolo degli artisti e di chi promuove arte e cultura nella società contemporanea, ad approfondimenti sulla tematica della luce nell’arte e nella filosofia. Ad esempio Carolyn Christov-Bakargiev, Direttore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, ha raccontato, durante uno di questi appuntamenti, la figura di William Kentridge e la mostra allestita presso la Chiesa di San Domenico ad Alba. Nella Chiesa di San Francesco invece, qui a Cuneo, abbiamo programmato alcune visite guidate a cui hanno partecipato ragazzi delle scuole elementari e medie che hanno potuto scoprire, insieme a un luogo di grande importanza storica, anche opere fantastiche come il Teatro di Giacomo Balla (Feu d’artifice – Fuoco d’artificio). Abbiamo cercato quindi di riproporre, con modalità nuove, un contatto con le opere e con gli artisti che secondo noi è fondamentale e che ci permette di proseguire il nostro racconto nonostante il momento difficoltoso. Ora stiamo pensando ad alcune iniziative che possano essere fruite all’aperto visto che sono meno rischiose.
Può darci qualche anticipazione?
Abbiamo in essere un progetto di valorizzazione del territorio viticolo di Grinzane Cavour. Si tratta di un percorso, accessibile anche ai disabili, di scoperta e di conoscenza che appronteremo all’interno di questa vigna storica e dei suoi filari proprio per consentire ai visitatori di ammirare non solo la bellezza del Castello, ma anche il vitigno di Barolo acquistato dalla Fondazione. Sarà un’occasione unica per immergersi in questo suggestivo scenario naturale e per contemplare il panorama circostante. Il tutto sarà operativo tra giugno e luglio di quest’anno, una volta ultimate le autorizzazioni necessarie dal momento che l’intero tracciato è Patrimonio Unesco.
Ci sono altre iniziative in cantiere non appena la situazione permetterà di rendere di nuovo accessibili spazi e luoghi destinati alla promozione della cultura in generale?
Proseguiamo con il nostro programma – COLTIVARTE – nato dalla volontà di scoprire il talento di artisti emergenti, con l’acquisizione di opere d’arte, e di cercare occasioni di fruizione per la comunità attraverso esposizioni ed eventi. Tramite quindi il supporto di una Commissione Scientifica di alto profilo, destiniamo risorse per l’acquisto di opere d’arte che vanno ad arricchire la nostra collezione.
Altra iniziativa interessante che la Fondazione CRC porta avanti, rafforzando il suo impegno a favore del contesto ambientale e paesaggistico della provincia di Cuneo, è il cosiddetto BANDO DISTRUZIONE, nell’ambito della sfida +Sostenibilità. Una proposta che ha visto un grande coinvolgimento da parte di alcune località che si sono mobilitate affinché determinati beni venissero distrutti o demoliti perché incompatibili con l’apparato urbano. Cito per tutti il primo intervento a Monticello d’Alba che ha ricevuto le 99 formelle di Valerio Berruti (la centesima è qui in Fondazione), ciascuna alta 2 metri, che hanno ricoperto il grande muro di contenimento in cemento armato posto di fronte al Municipio del paese. Un’area quindi che è stata trasformata e che vive, oggi, una nuova dimensione attraverso l’arte con ripercussioni positive anche sull’economia cittadina. Insieme a questa poi abbiamo dato supporto a tante altre operazioni dello stesso genere.
Secondo lei allora l’arte contemporanea potrebbe essere un linguaggio capace di smuovere la carica emotiva delle persone?
L’arte, a mio parere, concede la possibilità di sviluppare con intelligenza nuove visioni senza essere necessariamente ancorati soltanto al presente. Lascia spazio all’immaginazione e riesce a dare dignità a quello che è a tutti gli effetti il gesto creativo.
Prendendo spunto dal “Manifesto del Futurismo” di Marinetti che raccoglieva intenzioni, pensieri e convinzioni dei Futuristi, ci piacerebbe sapere se esiste un suo personale Manifesto che raccolga le stesse suggestioni per affrontare, in qualità di Presidente della Fondazione CRC, la crisi e il cambiamento che stiamo attraversando.
Ciò che mi ha più caratterizzato nel corso del mio mandato è stata proprio la volontà di arrivare velocemente a delle conclusioni, sulle decisioni prese, in un tempo rapido. Ho fatto mio il motto: “Chi decide, sbaglia, ma chi non decide, sbaglia due volte”. Occorre una buona dose di risolutezza, anche rischiando.
Le parole-chiave – Sostenibilità, Comunità, Competenza – che rappresentano una sorta di slogan della Fondazione CRC, possono in qualche modo adattarsi anche al mondo dell’arte?
La Fondazione, oltre a operare nel campo dell’arte e della cultura, ha un impegno ancor più importante nel settore della salute pubblica, dell’istruzione e della formazione, dello sviluppo locale e dell’innovazione. Tutti questi ambiti in cui agisce la Fondazione devono farla percepire come un punto di riferimento per le comunità interessate. E, in un momento di profonda difficoltà per il nostro paese, la Fondazione CRC continua nella sua attività di sostegno alle tante realtà attive nella provincia di Cuneo. Un sostegno, come dicevo, che punta in particolare sulla cultura, sull’innovazione tecnologica, sull’attivazione di energie in grado di assicurare nuovo sviluppo e sull’attenzione alle fragilità, oltre che sulla promozione del nostro territorio.
Io credo che la Fondazione abbia contribuito a migliorare la qualità della vita di questa provincia, sebbene si tratti ovviamente di una zona circoscritta. Ci siamo adoperati tanto per la riscoperta e per la valorizzazione di aree quali quella saluzzese, piena di storia, o quella cuneese, circondata da montagne e cerniera di collegamento con l’Europa. Aree che prima erano considerate la periferia dell’Italia e adesso stanno riconquistando centralità. Qui si percepisce il desiderio di azioni concrete e noi abbiamo voglia di raccontare ancora tanto. Fuori dai palazzi c’è un mondo di persone generose che aspetta di essere coinvolto e noi dovremo saper interpretare e sostenere questi sentimenti.
Ghandi ci ha insegnato che bisogna essere capaci di ballare sotto la pioggia e non aspettare il sole. Una bellissima metafora per dire che ora è come se si fosse scatenata una tempesta, ma questa potrebbe tramutarsi in opportunità?
Le rispondo con una frase di Madre Teresa di Calcutta che affermava che il mare è fatto di tante gocce. Noi siamo quindi tante gocce e la predisposizione o l’impulso di ciascuno di noi deve essere messo al servizio della collettività.

Lascia un commento