Periferia nord di Torino. Uscendo dalla città in direzione Milano.
Dopo aver oltrepassato il ponte sulla Stura di Lanzo, s’imbocca strada Settimo e poi si svolta a destra in via Anglesio. Un cul de sac dove al civico 25/A, sopra al portico di un fabbricato anni ’70, svetta una scritta sbilenca, fatta di assi e pezzi di vecchi mobili assemblati con chiodi: “Cantiere Barca”.
E’ questo lo slogan di un singolare intervento di arte pubblica ideato dal collettivo di architetti e artisti berlinesi Raumlabor. Lavoro site specific diventato celebre perché il disegno progettuale e un video che documenta la realizzazione sono stati acquistati dal Dipartimento di architettura e design del prestigioso MoMA, il Museum of Modern Art di New York.
Oltre alla scritta, davanti al porticato è stata eretta una sorta di casetta sospesa a un metro da terra a mo’ di palafitta, costruita assemblando assi da ponteggio (dono dell’Impresa Rosso), pezzi di mobili di legno, porte e finestre riciclate in modo da creare una stanza con panche dentro la quale si può star seduti a leggere e chiacchierare.
Ma ciò che più conta è che tutta quest’operazione è una sorta di iceberg, del quale ciò che vediamo non è che una parte minima. Perché alla base di questo progetto c’è un lungo e approfondito lavoro che ha visto impegnati tanti soggetti.
Anzitutto le critiche d’arte del gruppo a.titolo di Torino (qui hanno lavorato Francesca Comisso, Lisa Parola e Luisa Perlo). Insieme all’architetto Maurizio Cilli e alle antropologhe Giulia Majolino e Alessandra Giannandrea, le a.titolo hanno coinvolto i Raumlabor, in collaborazione col Goethe-Institut di Torino, in un progetto scaturito dal percorso formativo del programma situa.to; iniziativa nata nel 2010 col sostegno di Regione Piemonte, Città di Torino e Compagnia di San Paolo col preciso scopo di esplorare e raccontare la città attraverso lo sguardo di trenta giovani ricercatori e creativi.
Le opere sono state realizzate durante un ciclo di laboratori di autocostruzione insieme con un gruppo di giovani abitanti del quartiere, tra i quali numerosi stranieri di diverse nazionalità. Accanto a loro, il “Cantiere Barca” ha visto coinvolti studenti dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, studenti della Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, più giovani designer e architetti provenienti da tante altre parti d’Italia.
L’iniziativa nel suo insieme fa parte del programma Nuovi Committenti promosso dalla Fondation de France, portato in Italia dalla Fondazione Adriano Olivetti e introdotto a Torino dalle attivissime a.titolo, e last but not least l’intervento è uno dei progetti vincitori del bando Generazione Creativa promosso dalla Compagnia di San Paolo.
Guido Curto

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