Nato a Berlino il 31 ottobre 1920 e scomparso tragicamente in un incidente stradale a Los Angeles il 23 gennaio 2004, Helmut Newton è stato un fotografo che fin dagli inizi della sua carriera non ha mai smesso di stupire e far scalpore per i suoi concetti visivi davvero unici e provocatori.
Nel centenario della nascita, la GAM-Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino gli dedica una singolare retrospettiva, inaugurando allo stesso tempo la propria stagione espositiva del 2020. Helmut Newton. Works, questo il titolo della mostra visitabile fino al 3 maggio 2020, mette in scena immagini che tratteggiano lo spirito di un’epoca, che raccontano storie pervase di surrealismo e suspense, di lusso e seduzione, che baypassano approcci consolidati e tradizionali per creare mondi diversi. Non mancano in questa eccentrica evoluzione riferimenti all’arte, al cinema, alla moda e alla cronaca nera con cui Helmut Newton restituisce ambienti e istanti colmi di eros, fascino, attrazione, bellezza, trasgressione e ironia. Il progetto espositivo si compone di circa 68 fotografie che vanno dagli anni Settanta fino al Duemila con l’ultimo bellissimo ritratto di Leni Riefenstahl, e tutte testimoniano come, in questo lungo lasso di tempo, Newton abbia realizzato alcuni degli scatti più potenti e innovativi della sua epoca. Quattro sezioni scandiscono infatti un viaggio che tocca le prime copertine per Vogue, le indimenticabili campagne di moda realizzate per i marchi Mario Valentino e Thierry Mugler nel 1998, le numerose fotografie commissionate da celebri riviste di moda internazionali e gli scatti per strada o nei giardini di qualche città. Al centro di tutto le donne, ritratte dal suo obiettivo con uno stile che ha sempre meravigliato e affascinato, e il loro rapporto/interazione con l’universo maschile. Altrettanto interessante risulta essere anche la produzione di ritratti che immortala protagonisti del cinema, dell’arte e del jet set internazionale del Novecento, tanto che il percorso espositivo gli dedica un’intera sala. Tra i 25 in mostra riconosciamo il volto di Andy Warhol (1974), Catherine Deneuve (1976), Gianni Agnelli (1997), Paloma Picasso (1983), Anita Ekberg (1988), Claudia Schiffer (1992), Gianfranco Ferrè (1997). Non manca nemmeno una foto di Alba Parietti del 1996, ritratta nuda e di spalle in un parco torinese. Il talento e la creatività di Helmut Newton si svelano così al pubblico della GAM nelle sue diverse declinazioni: dal voyeurismo al sado-masochismo, dall’erotismo all’omosessualità, dalla seduzione alla trasgressione, dalla provocazione all’enigma. Ed è per questi motivi che è stato consacrato e riconosciuto un maestro indiscusso della fotografia.

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