Siciliana, nata a Trapani il 9 ottobre del 1924, trasferitasi presto a Roma con il marito Sanfilippo, Carla Accardi è l’unica donna del Gruppo Forma 1, fondato nel 1947 da un ristretto cerchio di astrattisti radicali come Perilli, Dorazio, Turcato, Consagra e lo stesso Sanfilippo. Considerata tra gli esponenti di spicco dell’astrattismo italiano, il Museo del Novecento di Milano le dedica una grande mostra monografica a sei anni dalla sua scomparsa. Visitabile fino al 27 giugno 2021 e intitolata Carla Accardi. Contesti, spalanca una finestra ampia su tutta la sua carriera. Una settantina di opere, fotografie e documenti raccontano la vita della prima pittrice astrattista italiana che ha ottenuto un riconoscimento internazionale, proponendone anche una lettura nuova. Al centro dell’indagine spiccano il contesto storico, politico e sociale con cui l’artista si è rapportata nel corso degli anni; il vivace orizzonte visivo costellato di confronti linguistici che restituiscono il ritratto di una donna coraggiosa e sperimentatrice; la capacità rivoluzionaria di affermarsi in un momento in cui la pittura era di competenza pressoché maschile. Nove sale allestite in sequenza cronologica ripercorrono le tappe fondamentali della sua traiettoria artistica, dalla nascita agli studi per arrivare alle prime esperienze nel mondo dell’arte: l’esordio corale nel costruttivismo di Gruppo Forma 1; le Strutture degli anni ’50; le riflessioni sui Colori dei primi anni ’60; le proposte con Plastiche e Installazioni nei secondi anni ’60; la riduzione concettuale dei Trasparenti e dei Telai degli anni ’70; il ritorno alla pittura testimoniato dalle grandi tele eseguite negli anni ’80. Una selezione di opere – dipinti, plastiche, sicofoil (una plastica trasparente ora fuori produzione) e installazioni – che consentono di scoprire i diversi cambiamenti stilistici di Carla Accardi che vanno dai negativi ai grandi formati che ricordavano la cartellonistica pubblicitaria, dai colori accesi al neon. Un viaggio che sintetizza la virtù di recepire gli stimoli visivi del suo tempo e di tessere trame e relazioni tra opere e artisti.
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