Su Banksy è stato detto quasi tutto ma nessuno conosce la sua identità. Presumibilmente nato a Bristol all’inizio degli anni Settanta, sappiamo che si è formato nella scena underground della capitale del Sud Ovest dell’Inghilterra dove ha collaborato con diversi artisti e musicisti. La sua produzione è iniziata alla fine degli anni Novanta, portandolo a invadere numerose città – da Bristol a Londra, da Gerusalemme a New York – con graffiti, performance e incursioni varie, e a essere ritenuto uno dei maggiori esponenti della street art.
Oggi il popolare artista sconosciuto, che ha conquistato il mondo con opere intrise di ironia, denuncia, protesta, politica e intelligenza, trova spazio in una mostra allestita al Chiostro del Bramante di Roma.
Intitolata Banksy. A visual protest e aperta al pubblico fino all’11 aprile 2021, raccoglie oltre 100 opere, tutte provenienti da collezioni private, che narrano l’enigmatico mondo dell’artista e writer inglese. Da Jack & Jill, opera scelta come immagine guida dell’esposizione, al famoso Flower Thrower, il lanciatore di fiori riprodotto nel 2003 anche su un muro in Palestina; da Love is in the Air
a Girl whit Balloon; da Queen Vic a Napalm; da Toxic Mary a HMV; dalle stampe realizzate per Barely Legal ai progetti discografici creati per vinili e CD.
L’intero percorso espositivo copre un arco temporale che va dal 2001 al 2017, trasformando la splendida architettura cinquecentesca romana nella custode delle idee, dei messaggi e dei temi affrontati da Banksy e riguardanti la guerra, la povertà, la globalizzazione, il consumismo, l’ecologia e la ricchezza.
Grazie allo stencil, sono presenti anche stampe realizzate su carta o su tela, oltre a una selezione di opere uniche ottenute con tecniche diverse: dall’olio all’acrilico su tela, dallo stencil su metallo o cemento allo spray su tela, dalle sculture di resina polimerica dipinta a quelle di bronzo verniciato. Quella di Banksy è dunque una comunicazione diretta, nel rifiuto del sistema e delle regole. Le opere sono testi visivi capaci di informare e far riflettere, rivolgendosi al pubblico senza filtri.

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