Sono trascorsi più di venti anni dall’ultima mostra antologica che Bologna dedicò nel 1997 al famoso fumettista Andrea Pazienza (San Benedetto del Tronto 1956 – Montepulciano 1988), che torna adesso nella città che da sempre gli viene associata. È qui infatti che si trasferì nel 1974 per iscriversi al DAMS e inaugurare, qualche tempo più tardi, la sua carriera artistica sulle pagine delle riviste Alter Alter e Cannibale, vivendo un periodo particolarmente creativo e stimolante fino al 1984.
Ora il sontuoso Palazzo Albergati, in via Saragozza, riapre le porte per accogliere di nuovo nel capoluogo emiliano, nelle sale del secondo piano, il mitico Paz con una grande retrospettiva che ne celebra il suo genio.
Aperta in contemporanea con l’inizio di Art City Bologna e visitabile fino al 26 settembre, la mostra si intitola Fino all’estremo, in omaggio alla prima stesura di quello che sarebbe diventato Gli ultimi giorni di Pompeo, considerato il vertice artistico e narrativo di Andrea Pazienza.
Fumettista, disegnatore, illustratore e pittore, con le sue celebri vignette ha mutato per sempre il mondo del fumetto. La rassegna si trasforma così in un viaggio nella vita turbolenta dell’artista, morto il 16 giugno 1988 a soli 32 anni nella casa di Montepulciano per un’overdose di eroina, e nelle vie di una Bologna scossa dai movimenti studenteschi nel 1977 di cui Pazienza fu protagonista e spettatore. Un viaggio tra amori, rivolte, scontri politici e turbamenti vissuti da una generazione che sognava la rivoluzione e la libertà.
Partendo dalla sua vasta produzione incentrata sui tre capisaldi – Pentothal, Zanardi, Pompeo – l’esposizione comprende oltre 100 opere provenienti dagli archivi delle persone a lui care come il fratello, la sorella, la moglie e gli amici più intimi. Presenti alcune tavole originali dei fumetti e opere pittoriche realizzate con materiali disparati: dai pennarelli alle tempere, dai colori acrilici alle matite. Ad arricchire il materiale in mostra c’è anche una selezione di immagini storiche del fotografo e artista visuale Enrico Scuro, poste in dialogo con i disegni, come a ribadire le continue interferenze tra creatività e vita, tra bisogno di evasione e adesione alla contestazione di quell’epoca.
A raccontarci il tutto interviene la potenza e la forza espressiva dell’indimenticato Andrea Pazienza che, nel giro di un solo decennio, lascia la sua firma indelebile nella narrativa illustrata italiana, non solo con i bianchi e i neri dell’epopea di Fiabeschi, ma anche con i colori del Giallo Matematico e delle Notti di Carnevale di Zanna, Colas e Petrilli; non solo con i pennarelli sui fogli a quadretti attraverso i quali Pompeo correva incontro al suo destino, ma anche con tutte quelle straordinarie illustrazioni – da Betta sullo squalo al Corteo di Bologna – che hanno fatto del mitico Paz uno dei più grandi maestri del colore di tutti i tempi.
Sempre a Palazzo Albergati, nelle sale del primo piano, è possibile visitare inoltre la mostra I love Lego rivolta a tutti gli appassionati dei celebri mattoncini danesi.
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