Nonostante i ritardi e le restrizioni causate dall’emergenza sanitaria per Covid-19, che ha costretto a procrastinare l’inaugurazione dell’evento svariate volte, i Musei Reali di Torino sono riusciti ora ad aprire finalmente al pubblico una grande mostra internazionale di archeologia. Il tema, assente da oltre un decennio dallo scenario torinese, è incentrato sulla storia millenaria di Cipro e sul fascino di una delle isole greche più misteriose al mondo.
Intitolata Cipro. Crocevia delle civiltà e visitabile fino al 9 gennaio 2022, è ospitata nelle Sale di Palazzo Chiablese a Torino. La mostra racconta in maniera trasversale e corale un Mediterraneo inedito, impreziosito da rotte e da commerci, da lingue e da scritture appartenenti a mercanti e a dominatori: un ponte fecondo tra Oriente e Occidente. Mitica culla di Afrodite, che nasce dalla spuma dei flutti, Cipro è il centro del più importante mare dell’antichità, crocevia di scambi commerciali e approdo di culture diverse.
La rassegna espone la più importante collezione cipriota italiana, quella dei Musei Reali di Torino, corredata da prestiti unici e provenienti da rinomate istituzioni straniere quali il British Museum di Londra, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Fitzwilliam Museum di Cambridge, il Medelhavetmuseet di Stoccolma e il Museo di Cipro a Nicosia.
La raccolta appartenente al Museo di Antichità, la più antica fuori dall’isola e la più completa in termini cronologici, annovera infatti circa oltre mille reperti. Un risultato raggiunto sia grazie alle donazioni avvenute a partire dal 1847 sotto il console di Sardegna, Marcello Cerruti, sia grazie agli scavi condotti da Luigi Palma di Cesnola, console americano a Cipro ma nato a Rivarolo, in Piemonte.
Dall’età del Bronzo in poi, Cipro rappresenta un punto cruciale per la navigazione antica e per i contatti con il vicino Oriente, dapprima con la presenza dei Fenici e successivamente con le dominazioni assira, egiziana, persiana e romana. Un’identità forte e robusta, confermata anche dai recenti studi archeologici, composta di vari modelli e influenze, di saperi e idiomi, che si armonizzano in una cultura originale e incisiva.
Il fascino coinvolgente della civiltà cipriota rivive oggi negli spazi delle Sale di Palazzo Chiablese attraverso sculture lapidee e in terracotta, ceramiche e alabastri, vetri e metalli, lucerne e gioielli, specchi ed epigrafi, monete e sigilli. Sette le sezioni tematiche che raccontano il percorso di sviluppo millenario di Cipro con un’attenzione particolare ai culti, ai simboli, alle ritualità, al potere e, soprattutto, al ruolo della donna in tutte le sue espressioni.
Tra i pezzi più significativi esposti in questa straordinaria mostra a cavallo tra mito e realtà, sono presenti alcuni reperti conservati presso il Museo di Antichità: una testa di divinità o sacerdotessa di piccole dimensioni, in terracotta, risalente al 625-550 a.C.; un unguentario a forma di dattero, in vetro, della prima età imperiale, contenente una sostanza oleosa a base del frutto tropicale; una statua della dea Afrodite, seduta su un trono e arrivata a Torino nel 1847, il cui corpo e testa risalgono a età diverse, montate insieme secondo un uso caratteristico del collezionismo antiquario dell’epoca. Arriva invece dal Metropolitan Museum of Art di New York una statua votiva in abito assiro, in calcare, datata tra il 550 e il 525 a.C. ed esposta al pubblico per la prima volta.
Installazioni multimediali interattive ed esperienze sensoriali che coinvolgono olfatto e udito, concludono il percorso che nella parte finale si concentra su quanto scoperto dalle ultime missioni italiane a Cipro.

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