Alla Galleria UNIQUE Contemporary Art di Torino, in via Vanchiglia 16, espone fino al 9 luglio, Paola Malato con la sua personale Labirinti della Memoria.
Finalmente l’arte torna ad essere una presenza concreta nella nostra vita quotidiana. Finalmente torniamo a passeggiare tra le istallazioni ed a perderci nella loro contemplazione in “presenza”. Finalmente non solo la vista, ma tutti i cinque sensi tornano ad essere partecipi dell’esperienza artistica.
Tuttavia non possiamo prescindere dal nostro passato. Passato prossimo, segnato dai lunghi e sofferti mesi di solitudine claustrale, e passato remoto, che condiziona il presente di ognuno di noi e tesse la trama della nostra vita.
Un’artista poliedrica dalla cultura raffinata, Paola Malato, attinge proprio dal suo passato di ieri e dai ricordi più lontani per creare la sua personale, partendo dalla rielaborazione di quaderni ritrovati in fondo ad un cassetto.
“Un diario giovanile va distrutto, poiché si scrive per liberarsi di un peso, per mettere ordine tra le emozioni, ma non ha più senso nel presente, perciò ero sul punto di distruggere quei quaderni – rivela l’artista – , ma un gran magone mi pervase quando fui sul punto di bruciarli. Da quel diario, dal mio passato, aveva preso forma la donna che sono oggi, quindi dovevo trasformare quelle pagine, dense di emozioni, in altro”. Nascono così “Lettere dal passato”, “Sipari”, “Ripieghi”, “Abbracci”. Le pagine vengono strappate, cancellate in parte, sovrascritte, macchiate o attraversate da una pennellata nera, invasiva e prepotente, imprevista come il caos che si abbatte sulla nostra esistenza. Perciò ci rialziamo, cambiamo strada o ripercorriamo più volte lo stesso sentiero dellabirinto di cui cerchiamo l’uscita. In realtà le nostre vite sono proprio quel dedalo di strade, quei labirinti di inciampi e false uscite, ma anche di fantasia e possibilità. Proprio quando incontriamo l’ennesima siepe che ci sbarra la strada, siamo obbligati a sospendere l’azione, ripartendo da noi stessi. Così ha fatto Paola Malato, dopo un periodo drammatico, ha riaperto le braccia al mondo: le incisure sulle sue mani, i solchi dei palmi, sono state le prime tracce da cui è partita la rinascita. “Poi la mano va dove vuole, devi lasciarla libera di tracciare”.
Mai come oggi abbiamo bisogno di liberarci di quel passato ingombrante che ci tiene prigionieri. Mai come oggi le opere di Paola Malato vanno dritte al cuore e parlano ad ognuno di noi: suggestioni per cuori forti.
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