In un’importante retrospettiva che verrà inaugurata il 28 ottobre e visitabile fino al 27 febbraio 2022, la Fondazione Prada celebra la grande produzione artistica di Domenico Gnoli. La mostra, concepita da Germano Celant, riunisce più di 100 opere realizzate dall’artista dal 1949 al 1969 accompagnate da altrettanti disegni. Una sezione cronologica e documentaria con materiali storici, fotografie e altre testimonianze contribuisce a ricostruire il percorso biografico e artistico di Domenico Gnoli (Roma, 1933 – New York, 1970), a più di cinquant’anni dalla sua scomparsa.
Quella di Gnoli è una pittura precisa e materica che valorizza le superfici, i colori e i materiali propri di elementi organici e inanimati è caratterizzata anche da un rigoroso taglio fotografico. Un approccio documentario che “mette sullo stesso piano tutte le cose, naturali e artificiali, esprimendo una volontà egualitaria: la rivincita degli elementi insignificanti e squalificati dalla classifica dei valori: il basso e il secondario, l’accessorio e il trascurabile”, come ha osservato Germano Celant. L’apparizione improvvisa sulla tela di elementi apparentemente incongrui quali busti, ciocche di capelli, scarpe, poltrone, cassetti, cravatte e bottoni rappresenta uno stimolo visivo e mentale per l’osservatore. È un invito a completare queste immagini misteriose in bilico tra realtà e immaginazione, collocate al centro di “un teatro sensuale e carnale dove si attua il continuo scambio tra le cose e i corpi, protagonisti di una complicità totale”.
Come spiega lo storico dell’arte Salvatore Settis,“per conquistare la perfetta ineloquenza, l’impassibilità delle cose e la sospesa magia di una realtà impersonale, bisognava voltare le spalle a quella tradizione così amata, capovolgere l’ordine dei valori. Negare la ‘decorazione’ mediante una nuova esplorazione della realtà attraverso il dettaglio”. La nuova ricerca artistica di Gnoli abolisce quindi il contesto e si concentra sul particolare di un corpo umano o di un oggetto, sottolineandone la potenziale sensualità e carica energetica.
L’allestimento progettato dallo studio 2×4 di New York per i due piani del Podium evoca la disposizione e le caratteristiche di ambienti museali novecenteschi tracciando prospettive lineari che dividono lo spazio espositivo in una sequenza di nuclei monografici .Le opere dell’artista sono infatti raggruppate in serie tematiche, grazie alle quali è possibile riconoscere come ogni opera abbia generato altri suoi lavori in una coerente direzione espressiva. I dettagli carichi di significato dipinti da Gnoli suggeriscono nella mostra enigmatiche biografie degli oggetti rappresentati e testimoniano la convinzione dell’artista nel perseguire la propria ricerca in una radicale rilettura della rappresentazione classica.
Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con gli archivi dell’artista a Roma e Maiorca, custodi della storia personale e professionale dell’artista.

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