Nella sede della Fondazione Puglisi Cosentino di Catania fino all’8 giugno 2014 c’è una mostra molto interessante e che non mancherà di piacere a coloro che sono un po’ stanchi di confrontarsi con pezzi che per essere apprezzati necessitano imprescindibilmente di un background culturale in campo artistico di un certo peso.
Il bello della personale “Julio Larraz: Del mare, dell’aria e di altre storie” è la sua disarmante schiettezza – che non è sinonimo di faciloneria – e d’altronde non potrebbe che essere che così per un artista che affonda le proprie radici nell’illustrazione e nella caricatura.
“L’arte deve essere per tutti – soprattutto per i bambini e per i ragazzi”
Julio Larraz, infatti, è un cubano nato nel 1944 che ben presto si è scoperto cittadino del mondo e che “[…]ha iniziato la sua carriera a metà degli anni ‘60” – spiega il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Roma – realizzando caricature di uomini politici per le maggiori testate giornalistiche statunitensi, fino a convertirsi completamente alla pittura a fine decennio”.
Il mare è una delle fonti di ispirazione maggiormente pesenti nell’opera di Larraz nonostante l’artista ami esplorare temi e soggetti molto diversi fra loro; cielo, acqua, corpi e animali diventano visioni delicate e trascendentali, suggestioni che sembrano legate ad un mondo onirico ed ideale dal filo sottile del tratto di un artista dalla tecnica sopraffina che ricorda per certi versi Magritte e Hockney senza mai cadere nel “già visto”.
La personale parte dal 1975 per arrivare fino alla produzione più recente, compresa una serie di dipinti inediti realizzati appositamente per la mostra come “A rendezvous with Homer”, ispirato all’idea di pittura come narrazione visiva legata sia alla tradizione orale che alla parola scritta.
“L’arte deve essere per tutti” – diceva lo stesso Larraz nel 2012 in occasione della sua personale al Vittoriano di Roma – “soprattutto per i bambini e per i ragazzi”. E il bello di questa mostra è proprio che è in grado di essere apprezzata a più livelli e non mette mai in soggezione lo spettatore; la perfetta occasione per portare anche i più giovani a vedere qualche bella opera senza preoccuparsi che vogliano scappare dopo dieci minuti o che facciano domande alle quali nessuno dei loro accompagnatori è in grado di rispondere.
Asia Campana
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